domenica 24 gennaio 2016

Arance amare

di Orazio Crispo

L’occasione storica, la location ottima, il libro provocatorio. Proprio così, un manipolo di Asini in formato legione straniera ha proposto e commentato Leonardo Sciascia a Milano!


Operazione complessa la lettura, analitica e politica al contempo; dagli Asini è stata sottoposta anche all’erranza geografica, alla migrazione letteraria…  Così si è passati in fretta dal placido e sonnacchioso errare ennese allo svelto pedalare milanese.

Rinnovamento, ritmo, velocità, dinamismo. 

Milano, città futurista per definizione, subirà, d’ora in poi, anche il tempo rallentato degli Asini, con la lettura sottoposta ad un metronomo aperto e senza frenesia, un adagio dilatato.



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sabato 9 gennaio 2016

Una storia semplice

La passione per la lettura e l'erranza dopo averci portato in lungo e in largo per tutti i paesini dell'ennese, ci ha tirato per la giacchetta e trascinato in altre latitudini. Saremo a Milano, per questo mese e incontro, non nella Milano da bere, entrata per osmosi nell'immaginario di noi telespettatori, ma nella Milano dove ogni giorno sgomitano tante culture e lingue, ossia al Parco Trotter, luogo che nel corso del tempo ha mutato più volte veste e funzione: ippodromo fino agli anni '20; scuola speciale per tubercolotici e bambini gracili poi; istituto comprensivo dall'infanzia alle medie, infine, con la funzione sociale, per la sua particolare collocazione territoriale, di aggregare e lavorare su persone provenienti da mondi diversi.

Qui, dico a te lettore, sei invitato a dialogare del libro di Leonardo Sciascia, Una storia semplice, lungo racconto o romanzo breve pubblicato postumo, nel 1989, per volontà dell'autore che rientra nel genere del poliziesco con tanto di morto e indagini, indizi e false piste, altri morti e traffici illeciti, insabbiamento e impunità finale. Una storia semplice, insomma, che semplice non è.

Un dialogo che, come in ogni gruppo di lettori che si rispetti, non prevede lezioni, professori, cattedre, ma semplicemente lettori, lettori e lettori ancora che mettono la propria pelle sul tavolo, altrimenti è pura tiritera, citando e alterando Céline.
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sabato 2 gennaio 2016

La casa vuota

di Orazio Crispo

Mi piacerebbe pensare alla lettura come ad una metafora, la metafora dell’accoglienza.

Cosa mai potrebbero essere la cultura, la riflessione, lo studio se non l’atto, l’azione di accogliere qualcosa di nuovo, di diverso, di impensato?!

Aprirsi alla lettura condivisa significa, magicamente, ricevere il dono del pensiero. Dal confronto nasce uno scambio legato alle emozioni e al piacere di incontrare ciò che è altro-da-me, il “pensato” di un altro lettore. L’alterità è arricchimento, accoglienza sinaptica, aggregazione maieutica.

L’isola degli Asini nasce proprio da questa voglia di conoscere e scambiare idee su fatti letterari, su ipotesi romanzate, su vite narrate al lume della Lingua.

Nonostante questo, la Casa della Cultura di Piazza Armerina ci ha accolto nel vuoto, nell’assenza assoluta di comunicazione, di persone fisiche, di pensiero.

Vuota di suppellettili e bianca di pareti la casa è ciò che sembra: la metafora di un’assenza. Tuttavia, questa mancanza è stata subito riempita dal compìto vociare degli Asini e dal loro solitario riunirsi, dalla voglia di incontrarsi sotto la protezione del Nume Tutelare di Carta, portatore di pensieri e di azioni.








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