lunedì 10 settembre 2012

Un non dialogo in una non piazza

di Rosa Salamone 

Carichi come asini attraversiamo il paese. In spalla una sedia, tra le mani dei libri, un dolce, un notebook. Lo sguardo della gente ci segue perplesso e aggiunge carico a carico. Raggiungiamo la meta, piazza San Francesco, in realtà una non piazza con una non fontana al centro, intorno del verde trascurato però recintato e delle panchine, verdi anche quelle, mimetiche e inosservate al passante. Qui è previsto l'incontro con altri lettori: alcuni presenti fisicamente, altri in spirito tra noi grazie a skype. A innervare il dialogo è il libro scelto e letto per questo mese, Il maestro di Vigevano di Lucio Mastronardi. È un dialogo a tratti monologo, a tratti sovrapposizione di voci, sbadiglio anche, interpretazione surreale della vera intenzione del libro, riferimento ad altri libri e a film, infine. 

“I luoghi hanno un’anima”, scomodo lo psicologo e filosofo americano Hillman, emanano un’influenza su chi li abita, così questa non piazza con una non fontana un non verde non poteva non generare un non dialogo.

Per tutta la durata dell’incontro un asino di legno ha fatto bella mostra di sé. Ha rotelle rosse ai piedi, testa sproporzionata rispetto al resto del corpo, testa e sagoma della Sicilia ad un tempo, lunghe orecchie, snella figura. È a metà tra un giocattolo di legno cresciuto un po’ troppo e un monumento malriuscito all’asino e al lettore errante. È simbolo e rappresentazione del nostro gruppo di lettura, il segno che qualcosa sta accadendo: dove vedete un asino di legno là ci sono dei lettori.

Adesso, a distanza di giorni e chilometri, mi trovo ad un incontro simile al nostro con un libro, una piazza, delle sedie. La piazza è San Fedele a Como, il libro è Le avventure di Oliver Twist, le sedie sono già sul posto. Una voce atona legge alcune parti del libro, i passanti si fermano, guardano per poi riprendere il loro andare, le sedie, a parte la mia che occupo per ostinazione, sono vuote. Latitudini diverse ma problemi simili. Una inetta curiosità non genera cambiamento.

Ritorna come un rigurgito di non senso il catrame ossessione del maestro di Vigevano, quel catrame che ricopre e soffoca ogni slancio a fare, osare. Il rifiuto del catrame sia madre di ogni incontro.
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